
TAPPA N. 12.2: DAGLI OBIZZI AI GIORNI NOSTRI
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La storia della famiglia Obizzi si conclude nel 1803 con il suo ultimo esponente, il marchese Tommaso. Personaggio eccentrico e noto collezionista d’arte, ordinò la costruzione di una nuova ala del castello per ospitare le sue numerose collezioni, di fatto creando un vasto museo privato la cui galleria d’arte da sola era lunga 73 mt. La collezione di antichità vantava più di 4000 reperti, tra cui una porzione di fregio del Partenone di Atene, l’armeria raccoglieva più di 2000 elementi, la seconda più vasta d’Europa solo dopo quella del re di Spagna. Morì senza discendenti, lasciando il Catajo e tutte le sue sterminate proprietà in eredità agli Arciduchi di Modena.
I nuovi proprietari, Francesco IV d’Asburgo-Este e Maria Beatrice Vittoria di Savoia, sono una famiglia regnante, nipoti di Maria Teresa d’Austria, di Luigi XVI e Maria Antonietta di Francia, sono imparentati con quasi tutte le case reali europee. Hanno l’esigenza di adeguare il Catajo alle grandi residenze internazionali: vasto abbastanza da accogliere l’intera corte, elegante e alla moda per poter invitare ospiti illustri. Il castello è regolarmente frequentato dai Borboni di Napoli e i Lorena di Toscana, i reali di Baviera e nel 1838 l’imperatore d’Austria Ferdinado I. Per accogliere la corte imperiale viene intrapresa la costruzione del Castelnuovo, con il quale il Catajo raggiunge l’incredibile quantità di 350 stanze.
A seguito dei sollevamenti popolari del 1859 che portarono all’unità d’ Italia, il successivo duca di Modena, Francesco V e la moglie, Adelgonda di Baviera, vengono esiliati dai loro territori e si stabiliscono temporaneamente al Catajo, facendone la loro residenza prima del definitivo esilio viennese. Moriranno senza eredi. Nel 1875 il Catajo viene lasciato in eredità all’Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, unico erede al trono imperiale austriaco. L’Arciduca svuoterà il castello di ogni oggetto di valore, spedendo parte delle collezioni Obizzi al suo castello di Konopiste (oggi Repubblica Ceca) e parte a Vienna, dove gli elementi più preziosi sono esposti al Kunsthistorisches Museum. Durante una visita di stato a Sarajevo, nel 1914 Francesco Ferdinando D’Austria viene assassinato: scoppierà la I° Guerra Mondiale.
Alla fine del conflitto, nel 1918, il Castello del Catajo viene confiscato dal governo italiano, assieme ad altre proprietà asburgiche, come compensazione per i danni subiti in guerra. Verrà rivenduto nel 1929 a seguito della crisi economica alla famiglia Dalla Francesca. I nuovi proprietari trasformeranno il castello in una azienda agricola per la coltivazione intensiva di tabacco, attività che proseguirà fino alla fine degli anni ’70.
Con la chiusura dell’azienda agricola il Catajo entra in un lungo periodo di abbandono. Verso la fine del secolo, gli eredi Dalla Francesca decideranno di mettere all’asta il castello spogliandolo definitivamente di ogni arredo. Nel 2015 il Catajo viene acquistato all’asta dall’imprenditore veneto Sergio Cervellin. L’anno seguente cominciano i lavori di restauro, che proseguono tutt’oggi.