TAPPA N. 11: SALA DI SAN MARCO   

Ricordiamo che è VIETATO FOTOGRAFARE e FILMARE gli affreschi (anche senza flash) ed è VIETATO TOCCARE e VIETATO APPOGGIARSI ALLE SUPERFICI AFFRESCATE.

Entrando e guardando sopra la porta troviamo uno stemma che i veneti forse non faticheranno a riconoscere. È il leone alato, simbolo della città di Venezia e dell’allora stato veneto. Ai lati le allegorie di Nettuno, dio del mare, su cui Venezia domina, e la dea Minerva dea della sapienza dell’intelligenza e della strategia.

Sopra il camino troviamo sempre la scena principale e in questo caso addirittura la più importante di tutta la storia della famiglia Obizzi. Vediamo inginocchiato, vestito di azzurro, Tommaso Obizzi che viene ricevuto da re Edoardo III d’Inghilterra che nel 1366 gli consegna l’Ordine della Giarrettiera. Era, ed è ancora oggi, il massimo ordine cavalleresco consentito ad una famiglia senza nobiltà. In questo momento dunque gli Obizzi raggiungono il massimo del successo e del prestigio consentito a chi nobile ancora non era diventato. Questa era una cosa particolarmente importante da mostrare agli ospiti in visita al castello.

Nella parete di fronte, sopra alla porta che accede alla prossima stanza, troviamo un’altra allegoria inconsueta, una donna non giovane e non di bell’aspetto. Ha due serpenti: uno le esce dalla bocca e uno le sta penetrando lo stomaco, ed è l’allegoria dell’invidia. Il serpente le sta mangiando, rodendo lo stomaco e il serpente che le entra in bocca è a simboleggiare le brutte cose che l’invidia fa uscire dalle proprie parole.