
TAPPA N. 1.2: APPROFONDIMENTO TEMATICO “LE DAME DEL CATAJO”: BEATRICE PIO DI CARPI
La prima donna che incontriamo sul nostro percorso è così importante per la storia del Catajo che ancora si usa il suo nome per indicare il nucleo più antico del castello. Beatrice, figlia di Ludovico Pio signore di Carpi, entra a far parte della storia di famiglia sposando Gaspare Obizzi, con il quale condivideva l’amore per le arti e la letteratura, cosa già rara in una donna del ‘500, periodo in cui le donne non avevano accesso all’istruzione. Entrambi i coniugi facevano parte della padovana “Accademia degli Infiammati” che teorizzava l’importanza di dare dignità alla nascente lingua italiana, ed accoglievano alla Cà sul Tajo i più importanti letterati del loro tempo come Ludovico Ariosto, Torquato Tasso e Sperone Speroni.
Beatrice poi proseguirà l’attività di mecenate anche dopo la morte del marito, diventando pressoché l’unica donna del secolo ad avere un proprio cenacolo letterario. Donna di grandissima cultura, in grado di dialogare alla pari con i massimi intellettuali del suo tempo, riceverà omaggi letterari da parte di molti ospiti del suo cenacolo, ma il più significativo è il ritratto di Beatrice che ci viene tramandato nel “Dialogo delle Laudi del Catajo” di Sperone Speroni, nel quale le lodi rivolte al Catajo sono in realtà un pretesto per elogiare la padrona di casa, non solo per le sue qualità intellettuali fuori dal comune ma anche per la sua bellezza: un connubio di grazia e virtù che, ci dice Speroni, faceva innamorare di lei non solo gli esseri umani ma anche gli stessi elementi naturali della campagna attorno alla Cà sul Tajo, come il due canali ed il monte Ceva.